Lo Stato italiano, spesso generoso con chi
lo voleva sovvertire, ha fatto un altro cadeau all'amico di Toni Negri e
Renato Curcio. Visto che serviva un attore per la parte di Don Mario e
l'ex terrorista non vedeva l'ora di cimentarsi col cinema («In
giovinezza ho frequentato Bertolucci e uomini di teatro, ma nessuno mi
ha proposto di fare un film»), perché non finanziare il film - uscito
nei giorni scorsi, per ora solo in una sala di Cosenza - con i fondi del
Mibac, il ministero dei Beni culturali? Detto, fatto.
Una delibera
della «Commissione per il riconoscimento dell'interesse culturale delle
opere prime e seconde», ha valutato che per il debutto cinematografico
di Piperno lo Stato dovesse elargire 500mila euro, mezzo milione del
famoso Fus, il Fondo pubblico per la cultura che guai a toccarlo. «Il
progetto - si legge nella motivazione ministeriale - impagina un
caustico cineromanzo di formazione e di ritorno alle radici, serrato nel
ritmo e coinvolgente nella trama, che alterna la voglia di ridere con
occasioni da family pochade. Scritto con molto spirito goliardico,
generoso e assolutamente esilarante, segna l'esordio alla regia del
talentuoso attore leccese». E l'esordio al cinema per l'ideologo di
Potere Operaio, in una piccola parte continua
Nessun commento:
Posta un commento